mercoledì 18 novembre 2015

Lezione di sabato 14 novembre

Riassumo per gli assenti il lavoro  svolto nella scorsa lezione .
Il gruppo dei nuovi ha disegnato "alla griglia" dei rametti di arbusti della macchia mediterranea.
Le griglie , semplice rete presa al ferramenta  e adattata, vengono sovrapposte al soggetto e tenute davanti a sé tenendo la testa ferma. Si disegna la griglia sul foglio da disegno (anche se non è identica come misure non fa niente ma il numero dei quadratini deve essere adeguato a quelli che il soggetto occupa) e lo si posiziona sul lato della mano che disegna.
Il procedimento mentale è lo stesso del "puzzle della volpe" dato come compito a ottobre : precisione e controllo sia dello spazio "pieno" che del "vuoto".
Un po' come un cruciverba.
Terminato il lavoro, si è ripassato a pennino o pennarello nero il contorno e poi si è cancellata la griglia.
 Il lavoro successivo è stato sullo spessore della linea di contorno: data una sorgente di luce x, che illumina il rametto da destra o sinistra, alto o basso, la linea è stata ispessita per indicare sul lato opposto ombra, volume e sottolineare inserzioni delle venature e altri dettagli.


Passiamo ora al compito dei "senior"... rappresentati solo da Emilia! Dopo il discorso sul notan che secondo me non era stato recepito completamente, ho proposto un lavoro con il notan,ma come base per il colore. Soggetto il coniglio selvatico, che si trova nella macchia mediterranea.  La scheda portava 2 foto abbastanza contrastate. Emilia ha dato la base con il nero (sarebbe stata meglio la tinta neutra) e poi ha lavorato con il colore molto bene. Ecco il procedimento:
base degli scuri

colorazione a metà
Purtroppo la foto del risultato finale è venuta mossa ma vi assicuro che è molto ben riuscito.
Come compito a casa, per Michela Piero Susanna e Marisa,  riprendete la Xylocopa dell'altra volta , cercate di vedere solo macchie scure su carta da acquerello, riproducetele con nero o grigio di Paynes non troppo denso "mappando" lo scuro, e poi aggiungete il  colore.
Considerate che il Paynes è freddo, quindi scaldate le tinte che dovrete sovrapporvi.
Invece il nero tende al caldo, quindi regolatevi in base al colore che usate. La tinta neutra non da' problemi.
Ci vediamo sabato!

domenica 3 maggio 2015

Lezione di sabato 18 aprile- la donnola

La lezione , sempre nel tema della prateria,si è concentrata su un agile , piccolo e snello predatore mustelide: la donnola . Ricordando i nostri precedenti esercizi sullo scheletro dei mammiferi, ho portato le schede che descrivevano l'animale in molte pose differenti.

Il lavoro consisteva nel realizzare studi dalle foto per comprendere l'anatomia e le posture, l'elasticità e gli atteggiamenti della donnola, ma poi disegnarla ex  novo, immaginando altre pose.
Un gioco interessante!
Qui di seguito alcuni studi a matita e poi a colori.
Il muso sfuggente è stato particolarmente difficile!







Piero, sempre molto veloce, ha commesso degli errori sulla lunghezza delle zampe anteriori e la gola...non c'è fretta!



Per finire, la coraggiosa scelta di
Michela di collocare la donnola nel prato. Sarebbe il compito per tutti prima del 9/5... tenendo presente che in un prato la parte inferiore dell'animale è nascosta dall'erba! ed evitando contrasti troppo forti come nella parte sinistra, ricordando le regole della composizione (no soggetto al centro) ed elementi a perpendicolo sulla testa... Bello però il papavero e comunque complimenti a chi lavora a casa!...

Aggiungo la sequenza del prato di Giulia. che assente la volta precedente, si è cimentata molto bene dalle fotocopie in b/n. Ha usato il mascherante. Ottimo risultato!


bello il movimento e il contrasto.

domenica 12 aprile 2015

Lezione di sabato 11 aprile- la prateria

Stiamo entrando nell'habitat della prateria. La settimana prossima , con il PPT vedremo alcune interazioni interessanti tra piante e animali che si svolgono in questo ecosistema.
Un vero ecosistema con tanta biodiversità, specie e elementi fittamente intrecciati. Le dimensioni piccole dell'"erba" (che siamo abituati a vedere falciata, ma in realtà può essere alta come noi) e il colore a prima vista uniforme, favoriscono una riproduzione... semplificata.  Un po' perché il nostro cervello è sempre impostato dall'infanzia, un po' per pigrizia.
Ma ieri abbiamo lavorato cominciando a capire l'aspetto pittorico.

Come si disegna un prato? o meglio: come NON  si disegna un prato?
Ecco alcuni esempi di dipinti non naturalistici di prato fiorito, pescati dal web (sono in vendita...)
"aloni" bianchi intorno ai fiori, no grazie

piacevole ma senza struttura, verde tutto uguale, niente ombre.

monotono, piatto

c'è un minimo di prospettiva, ma i fiori sono tutti frontali, i colori monotoni, manca la luce e l'ombra
Bene, ora che sapete cosa è da evitare- monotonia cromatica, effetto carta da regalo, assenza di luci e ombre, prospettiva infantile... vi do' alcuni esempi dai libri che ho portato ieri, illustrati da
Andrea Ambrogio,  artista naturalista, un poeta del pennello, che usa l'acquerello con una maestrìa unica, ed è un naturalista con i fiocchi. Ce ne sono altri di bravissimi, Federico Gemma, Marco Preziosi, Maria Elena Ferrari, Graziano Ottaviani, Lorenzo Dotti, per citarne alcuni acquarellisti, ed ognuno interpreta nel suo stile la stessa natura che tutti abbiamo sotto agli occhi.
Chiusa parentesi, scusate le foto orribili ma entriamo un po' nel vivo di esempi  da Andrea Ambrogio.



Osservate prima di tutto il CONTRASTO tra luci e ombre, poi l'uso di AREE BIANCHE per dare luce, il MOVIMENTO di steli e erbe, il DETTAGLIO concentrato sulle zone di interesse.
Io stessa ho prodotto un piccolo acquerello veloce a mente, per dimostrare gli stessi concetti:

Si comincia dando una base chiara e lasciando bianche le corolle dei fiori e qualche stelo o foglia più lucente. Poi si inseriscono i toni medi e scuri. Per gli scuri occorre lavorare AL NEGATIVO lasciando i chiari ,o i bianchi, intatti. Molto utile il pennello a punta piatta.
Per lasciare i bianchi si può usare il mascherante o girarci attorno senza  bagnare; per gli steli si può usare il pastello a cera o ad olio chiaro, come nell'esempio.


Questa è la scheda sulla quale hanno lavorato la mattina i  4 presenti, in bianco e nero per non aggiungere il  problema di rifare il colore. Quello che volevo non era una copia, ma sperimentare la varietà di segni e ritmi offerti dagli esempi.

Ognuno ha scelto il suo, ed ora lascio parlare i risultati.
Emilia

Piero

Michela

Susanna
Dopo mangiato siamo usciti e, seduti sul muretto, a ranghi ancora più ridotti, abbiamo fatto il disegno dal vero di questo


Dal vero sembra tutto diverso, no? quindi anche nei risultati c'è stato un passetto indietro, una resa ancora un po' stereotipata. Erano meglio quelli fatti dalle foto. Forse un po' di stanchezza...
Michela

Susanna

Continueremo sabato prossimo. A tutti gli assenti, esercitatevi molto!

domenica 22 marzo 2015

Lezione sui verdi in acquerello

Sabato 21, primo giorno di  Primavera, abbiamo a grande richiesta lavorato sul verde.

Un colore secondario, cioè derivante dai due primari giallo e blu (ciano), ma presente in tutte le scatoline degli acquerelli con almeno due tonalità, calda (sap green, di norma, color erba fresca) e fredda (viridian,smeraldo trasparente).
Pressappoco i due pennarelli- (per i più fortunati, 4-5 con verde acqua, verde oliva e verde scuro)- con i quali da bambini ci siamo cimentati a colorare alberi, foglie e prati.
Nelle nostre sinapsi quindi c'è il ricordo "fossile" di un "verde" semplice, puro e già pronto.
Un verde molto SATURO ma che raramente si trova in natura.

Come già sperimentato nella prima lezione sul colore, esistono centinaia di miscele che,partendo dai tre colori primari, si dividono in CALDE (tendenti al giallo) e FREDDE (tendenti al blu).

Sabato quindi, abbiamo fatto diversi studi. 
Dapprima abbiamo usato i COMPLEMENTARI AFFINI.
1-Partendo  dai verdi presenti nella scatolina li abbiamo divisi tra caldi e freddi, scegliendone due per ogni tipo. 
2-Abbiamo quindi miscelato VERDI CALDI CON ROSSI CALDI (cadmio) e VERDI FREDDI CON ROSSI FREDDI (carminio, magenta) E VIOLETTO.
I complementari smorzano la purezza del verde , togliendo  SATURAZIONE, ma usando quelli affini si mantiene una maggiore brillantezza.
Poiché ognuno ha usato i pigmenti che aveva, i risultati variano molto e anche la modalità con cui ciascuno ha interpretato il compito. 
Obbligatorio scrivere i nomi dei colori utilizzati per ogni miscela, e fortemente consigliato miscelare anche con più o meno acqua, per vedere l'effetto con maggiore o minore luminosità.
3-Poi abbiamo miscelato i verdi saturi dei godets con il grigio neutro, che abbassa la LUMINOSITà senza influire sulla TONALITA'. Altre piacevoli scoperte di tinte ricche e profonde.
4-Quindi abbiamo abbinato COMPLEMENTARI OPPOSTI, caldo-freddo e freddo-caldo.
In queste miscele si perde SATURAZIONE E BRILLANTEZZA.


5- Poi abbiamo scelto i verdi più piacevoli (ognuno il suo) e li abbiamo riprodotti su un foglio "campionario"; con il doppio scopo che, riproducendoli, non era più una scoperta casuale , e inoltre si memorizzava no i pigmenti. 
Al campionario vanno aggiunti anche i preferiti scaturiti dalle seguenti miscele:

6- Indaco + giallo limone e indaco+ giallo cadmio scuro (tendente all'arancio). Essendo l'indaco un colore che contiene blu e nero, crea dei verdi molto scuri e cupi, tipo conifere.

Michela ha realizzato tutta la gradazione
7- Nero + giallo limone e nero+ giallo cadmio, crea dei verdi oliva molto belli!
8- Blu phtalo ,o blu intenso,  o ciano, o blu primario, con terra di Siena bruciata ,e poi con terra di Siena naturale oppure ocra. (1+1) E' un blu puro e vibrante, si ottengono dei verdi molto belli.
9- Blu oltremare con le stesse mescole di terre: NON da' verdi, ma è tanto per capire quanto sia un blu impuro!
10- Blu oltremare + i due gialli di cui sopra. Da' dei verdi piuttosto spenti, trattandosi di un blu tendente al rosso.
Piero ha preferito andare per sovrapposizioni e non per miscele.
provare sempre il colore su un foglio a parte!
A questo punto la prova del 9: passare alle foglie raccolte all'uopo e vedere se ci si raccapezzava meglio. Ebbene si, facendo i colori e ragionandoci su si interpretano meglio!


Avviso agli assenti: sono ore di lavoro, ma molto remunerative. Non voglio più vedere mescole di verdi+verdi!

Per concludere, chi vuole capire di più sui colori può acquistare l'illuminante libro di Betty Edwards, L'arte del colore, Longanesi.
A sabato prossimo!