Cielo velato, e passeggiata nel bosco (lecceta) insieme a Patrizia e a un piccolo gruppo di iscritti del CEA. Il tema che abbiamo affrontato , dopo le cortecce dell'altra lezione, è la resa del fogliame e le strutture arboree.
1-Come nella prima uscita, ho chiesto a tutti di schizzare velocemente le chiome, senza entrare nei dettagli ma cogliendo il ritmo del fogliame, specifico di ogni specie (e diverso per ogni pianta relativamente al suo stadio di sviluppo).
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michela |
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giulia |
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piero |
Oltre al leccio, erica arborea , corbezzolo e fillirea e lentisco, ognuno con le sue specificità.
In questi casi il mezzo migliore è uno strumento che scivoli velocemente sulla carta; io ho preferito una penna gel nera, ma una matita 2b sarebbe andata bene. Quello che non vogliamo è un attrito, o necessità di pigiare per ottenere il segno; se la mano riesce a correre dietro l'occhio, non dandoci il tempo di razionalizzare, il risultato è più fresco e meno impostato secondo schemi scolastici.
Qui sotto i miei schizzi.
2-Tornati in sede dopo un bel pranzetto al sole, ormai sfavillante, ho voluto proporre il disegno di strutture arboree, "scheletri" di alberi. "Pensare un albero" è il passaggio precedente al poterlo ben disegnare, e per alberi sempreverdi e fitti, non è semplice capire la struttura. Ogni specie ha un PORTAMENTO che la distingue (con tutte le eccezioni dovute all'esposizione, età ecc) e ci sono SCHEMI DI ACCRESCIMENTO per cui, ad ogni divisione del tronco in rami e rami in rametti, il diametro diminuisce in proporzione.
Ecco alcuni semplici esempi (le linee rosse indicano le sequenze di divisione dei rami).
E' più facile a disegnarsi che a descriverlo, per cui invito i 4 assenti a rifare questi disegni.
Se avete voglia variate di più gli schemi, create altri alberi, finché non sentite di "averli in pugno".
A questo punto affacciatevi alla finestra o cercate un albero spoglio e disegnatelo dal vero, cogliendo l'ESSENZA della struttura, la logica del suo schema di disposizione, divisione e angolazione dei rami, se sono dritti o curvi.
3-La fase successiva, non essendoci molto tempo, è stata quella di "vestire" gli alberi disegnati con delle chiome, pensando a dove mettere le masse di foglie: non sul tronco o sui rami vecchi, ma sui rametti apicali. Chiaramente immaginando anche quelli, in scorcio, che crescono nella nostra direzione e quindi coprono il tronco.
Ho portato degli esempi miei:
Questi sono alcuni esempi del lavoro svolto in aula, necessariamente affrettato
4-La scheda che ho dato su leccio e sughera, con esempi sia disegnati che fotografici: da rifare ad acquerello prima della prossima lezione.
Nell'ordine:
disegnare la struttura,
disegnare la massa del fogliame,
dare una base di colore a tronco e fogliame (tono chiaro) e
aggiungere ombre medie e scure.
Il fogliame va interpretato, con il pennello piccolo e il tono scuro si "ritaglia" la forma delle masse (rivedere primo post di settembre).
Per i più meticolosi, fare la corteccia del leccio, accennando la rugosità.
Buon lavoro, a sabato 24!